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Dalla padella alla bici

Dalla padella alla biciLIBRI Recensione – Il cibo è la benzina dei ciclisti. A differenza del derivato dal petrolio, inquina di meno (se coltivato in armonia con la natura) ed è più gustoso da assaporare. Lo sanno bene gli amanti dei pedali che si nutrono all’Upcycle Milano Bike Café di Milano, dove la cuoca Francesca Baccani sforna ogni giorno ricette diverse capaci di deliziare i palati e fornire ai muscoli l’energia necessaria per scorrazzare con i cicli per la città. Il suo segreto, si mormora, è nella fantasia ai fornelli e nella verifica diretta dell’efficacia della “benzina” cucinata con quotidiane pedalate urbane per recarsi al lavoro, per fare la spesa o per puro diletto. Si, perché la sua dedizione per le due ruote è tale da averla indotta a rinunciare all’auto. Se si aggiunge la dote di una scrittura leggera e allegra, il curriculum di Francesca appare perfetto per “Dalla padella alla bici”, libro che abbina racconti di bicicletta con ricette ispirate a storie a pedali.

Città da assoporare

Il viaggio nel mondo delle due ruote e delle ricette golose è suddiviso in cinque tour con numerose tappe. Il primo è dedicato alle città ciclabili con partenza da Milano, dove nell’Ottocento scoppia la febbre per i velocipedi e nascono i primi costruttori artigianali come Pinetti-Stucchi e Umberto Dei. Sotto la Madonnina partono le prime corse, come la Milano-Novara del 1871 o la Milano-Piacenza del 1873, e crescono i nascenti campioni come Romolo Buni, il “piccolo diavolo nero”. Una città da scoprire pedalando lungo i “bastioni” dopo avere gustato la ruota di risi e bisi, la ricetta abbinata a Milano. Di tappa in tappa si scoprono le attrazioni e golosità di altre località, da Amsterdam con la sua zuppa di patate e cozze a Londra con la guinness cake, da Palermo con la torta di mandorle e arancia a Torino con i tartufi al rhum.

Ricette di viaggi e di corse

Al tour cittadino seguono quelli dei viaggi e delle vacanze in bici e delle grandi corse, dove si può sognare di pedalare intorno al lago di Costanza per poi rilassarsi ad assaggiare il kartoffelsalat, nome tetro che cela una più semplice insalata di patate, o lungo le sponde del Danubio addolcendo la giornata con una torta di cioccolato e lamponi. Oppure si può viaggiare con l’immaginario tra il Tour d’Afrique e il Tour de France, sudare alla Parigi-Roubaix o alla mitica Eroica consapevoli di trovare, una volta scesi dalla sella, una buona ricetta da assaporare, come il foul, le fave al cumino della tradizione araba, o il nostrano tonno al Chianti. L’escursione nel mondo che ruota intorno ai pedali prosegue con “Facce da bici” e “Cibi da bici”, con il primo ad abbinare campioni del passato con piatti a loro ispirati, come la zuppa di strada preparata per Alfonsina Strada e le quaglie ripiene di maglia rosa create per Gino Bartali. Nel secondo si abbandonano le storie per dare spazio alle ricette meditate “ad hoc” per i ciclisti, quelle sane e nutrienti da portarsi nei tasconi delle maglie per avere una riserva di energia da scaricare sui pedali.

Racconti diabolici

Il libro si legge alla velocità di uno sprint di Cipollini accompagnati dal sorriso per la scrittura frizzante e per la ricchezza degli aneddoti, come quello della Milano-Sanremo del 1907. Un’edizione, la prima, al quale presero parte 33 dei 62 ciclisti iscritti che “si ritrovarono ben prima dell’alba all’Osteria della Conca Fallata, lungo i Naviglio Pavese”. Una gara vinta dal francese “Lucien Mazan, meglio noto con lo pseudonimo di Petit Breton, il piccolo bretone”, ma in parte dovuta “all’accordo malandrino con quel diavolo di Giovanni Gerbi, anzi quel Diavolo Rosso, come canta una famosa canzone di Paolo Conte”. E diabolico fu il piano per portarsi a casa metà del compenso destinato al vincitore. In fuga con Mazan e l’altro francese Gustave Garrigou, Gerbi “sapeva che sarebbe stato inevitabilmente battuto in volata dagli altri due”. In cambio di parte del premio disse a Mazan che ci avrebbe pensato lui a farlo trionfare. “A poche centinaia di metri dal traguardo, Gerbi tagliò la strada al malcapitato Gustave, i due caddero, lasciando via libera a Petit Breton. A rallegrare il viaggio del “biciricettario” sono pure i disegni di Laura Fanelli e le brevi storie di Roberto Peia raccolte in escursioni ciclistiche o, più probabilmente, nelle soste per scolarsi una birra. Le ricette? Quelle provate sono da leccarsi i baffi.

Gli autori

Francesca Baccani, milanese, ha fatto l’interprete, la traduttrice, la cantante jazz, l’insegnante di inglese e spagnolo, prima di approdare in cucina. Dopo aver organizzato corsi e messo in piedi una società di catering, presso l’Ostello Bello di Milano ha preparato i dolci per le colazioni e le merende e cucinato tutti i giorni i pranzi degli ospiti viaggiatori e dei milanesi affamati di passaggio. Dal 2013 è la cuoca dell’Upcycle Milano Bike Café, il primo bike café aperto in Italia e luogo di culto per tutti i milanesi amanti delle due ruote.

Roberto Peia, giornalista professionista, con esperienza sul web, in televisione, alla radio e sulla carta stampa, ha fondato nel 2008 UBM, Urban Bike Messagers, la prima società di corrieri in bicicletta. Nel 2011 ha pubblicato per Ediciclo “Tutta mia la città. Diario di un bike messenger” dove ha narrato luoghi, persone e fatti di cronaca, ovvere i mille volti di una Milano, città per definizione in continuo movimento, dall’inedito punto di vista del sellino. E’ socio fondatore e presidente dell’ Upcycle Milano Bike Café.

Scheda
Autore: Francesca Baccani e Roberto Peia
Titolo: Dalla Padella alla bici – 50 ricette per fughe golose
Pagine: 240
Immagini: disegni di Laura Fanelli
Prezzo: 18 euro (2016)
Editore: Ediciclo
Anno: 2014
Sito: www.ediciclo.it

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Questa voce è stata pubblicata il 1 aprile 2016 da in Enogastronomia, Libri con tag , , , , , , .
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