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Cronaca di una crisi

Copyright Francesco Anselmi

Un ufficiale della polizia Dias controlla un immigrato africano per verificare che non nasconda dosi di eroina o cocaina in bocca. Piazza Omonia, Atene, Grecia. © Francesco Anselmi

FOTOGRAFIA FPmagLa crisi greca è lo specchio delle paure dell’Europa che si scopre più fragile di quanto non sia abituata a pensare. Quello che è per molti versi il cuore della storia culturale del continente, se non dell’intera civiltà occidentale, si scopre profondamente malato e probabilmente anche fortemente contagioso. La vita della gente è cambiata nel breve volgere di pochi anni. Un ultimo sussulto da parte di un’economia fragile, che in qualche modo ha mostrato i muscoli con l’esibizione olimpica del 2004, prima di precipitare in una crisi sempre più grave che ha portato grosse fette della popolazione sotto le soglie di povertà. Gli effetti collaterali sono spaventosi, e si manifestano con sintomi che siamo soliti attribuire a epoche medioevali. Da circa cinque anni il Paese è piombato in regime di austerità, non per scelta, ma per imposizione dell’Unione Europea in accordo con il Fondo Monetario Internazionale. Se questi provvedimenti non fossero stati presi sarebbero stati negati i prestiti indispensabili per pagare le spese di uno Stato incapace di sostenersi autonomamente. Il prezzo pagato per una riduzione del debito pubblico ha però devastato le prospettive di sviluppo del Paese. A una situazione già di per sé compromessa, si è aggiunto il fenomeno dei migranti e dei rifugiati provenienti principalmente dalla Siria e dai Paesi Nordafricani. Incapacità gestionali e mancata assistenza da parte dell’Unione Europea hanno trasformato questo esodo in una catastrofe umanitaria, ovviamente strumentalizzata dalle forze politiche. Tanto è vero che nell’estate del 2012 il neo eletto Antonis Samaras, come primo provvedimento, costituisce un nuovo corpo di polizia, lo Xenios Zeus (Dio dell’accoglienza), e gli affida il compito di identificare ed espellere i migranti non aventi diritto alla richiesta di asilo politico. L’operazione è un fallimento, dal momento che solo il 15% dei fermati non risulta idoneo alla richiesta di asilo. Nel gennaio del 2015 la Grecia torna al voto nella convinzione che l’austerità non sia la via d’uscita dalla crisi. Il nuovo premier, Alexis Tsipras, avvia una trattativa con Bruxelles chiedendo l’annullamento di parte del debito e il dilazionamento dei pagamenti della parte rimanente. La trattativa fallisce e il governo cade dopo sette mesi, mentre la Grecia ripiomba in un destino incerto.
La mostra
The Streets of Athens di Francesco Anselmi allestita a Palazzo Modignani durante lo scorso Festival della Fotografia Etica di Lodi affronta sicuramente una tematica importantissima del nostro tempo, e questo rende merito tanto all’autore e alla curatrice quanto agli organizzatori. Il progetto è in corso d’opera e probabilmente ha avuto una prima sistematizzazione solo in occasione di questa mostra. Sicuramente il tempo è a favore di Francesco Anselmi, che continuerà a seguire con il suo occhio attento la vicenda greca, ben lontana da quella che potrebbe essere considerata una conclusione. Il suo merito è quello di essere sfuggito alla trappola di un circo mediatico che mostra solo la superficie di piazza del problema, per indagare più a fondo. Interessante anche il tentativo fatto dell’organizzazione del Festival per provare a fare un salto di qualità negli allestimenti con la sede espositiva di Palazzo Modignani.

Sandro IovineFPmag

L’intervista a Francesco Anselmi e link ai siti del Festival di Fotografia Etica e dell’autore sono visibili qui 

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Questa voce è stata pubblicata il 1 luglio 2016 da in Fotografia con tag , , , , , , , .
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